Taki Off: il ritorno a Roma di Andrea Fusco

Taki Off: il ritorno a Roma di Andrea Fusco

Dopo tre anni in giro per consulenze, tra Italia, Grecia e Romania, torna a Roma Andrea Fusco. L’ex chef del Giuda Ballerino (una stella Michelin), da qualche giorno è in cucina da Taki Off. Ci sono stato a cena e vi racconto come è andata e i dettagli dell’offerta.

Il concept Taki Off.

Definirlo un “side project” è riduttivo. Sebbene annesso a Taki, rinomato ristorante giapponese della Capitale, Taki Off punta ad avere una sua identità precisa. Se Onorio Vitti e sua moglie Yukari restano fedele ai sapori del Sol Levante, dall’altro lato del locale Andrea Fusco, si affida a tecnica ed estro per offrire un’esperienza gourmet, in bilico tra la tradizione nostrana e quella nipponica. Insomma, più che fusion(e), la parola d’ordine sembra essere armonia. D’altronde, chi ha avuto la fortuna di sedersi alla tavola del Giuda Ballerino, ricorderà alcuni piatti che già andavano in questa direzione: dalle ostriche in tempura con cotechino e prugne caramellate al saké, al Tortello di mortadella su crema di parmigiano, rughetta croccante e riduzione di soia e aceto balsamico.

Sala Taki Off
La Sala di Taki Off

L’offerta di Taki Off

Si può ordinare alla carta, ma il consiglio è di dare un’occhiata anche ai tre menu degustazione. A differenza di quanto avviene nella maggior parte dei ristoranti, da Taki Off i commensali possono optare anche per percorsi degustazione diversi (fino a due per lo stesso tavolo). Ecco le tre proposte.

I Classici (disponibile in versione da 3 o 5 portate, rispettivamente a 50 e 75 euro), è un tuffo nella passato professionale di Fusco, con i piatti più famosi del Giuda Ballerino.

Dedicato Al Mio Amore (cinque portate a 95 euro) piatti raffinati ma allo stesso tempo facilmente intellegibili e appaganti.

Quello Che Mangerei Io (cinque corse a 90 euro) il più centrato sulla commistione Italia/Giappone

L’assaggio

La prima cosa che colpisce è la prorompenza cromatica dei piatti, una sorta di prolungamento dello sgargiante abbigliamento d’ordinanza dello chef. È chiaro l’intento di spezzare il minimalismo della sala e dell’ambiente.

Andrea Fusco
Lo Chef Andrea Fusco

Coerentemente con l’aspetto, le portate si rivelano giocose e coinvolgenti anche al palato. È il caso dello Spiedino di Gambero in pasta fillo, accompagnato da spuma tiepida di mortadella. L’opulenta Capasanta scottata, con fegato grasso d’anatra, riduzione di umeboshi e caviale, ci riporta in una dimensione più tipica di un ristorante gastronomico. Il risotto agli scampi, con cavolfiori, anguilla e fondo di manzo ha del buon potenziale, magari con una maggior spinta in termini di umami. Il Controfiletto di agnello, funghi shitake, goma (salsa a base di sesamo) ed erbe spontanee, si è rivelato la portata più entusiasmante. Bella la presentazione, cottura da manuale, sapori che si sposano perfettamente, sorprendente l’apporto delle erbette: un grande piatto. Conclusione affidata al multiforme dessert, il Viaggio Roma – Napoli – Palermo, che in realtà, a giudicare dagli ingredienti, potrebbe contemplare un’ultima tappa in Giappone: Frolla con crema di ricotte e visciole, Cassata con gelato al wasabi e babà al Sakè.

Controfiletto di agnello, funghi shitake, goma ed erbe spontanee

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