L’Osteria del sole di Bologna

L’Osteria del sole di Bologna

Per chi bazzica il mondo della ristorazione romana, Gianni Ruggiero non ha bisogno di presentazioni. In ogni caso non basterebbero due righe per descrivere il personaggio. Sommelier di locali prestigiosi è altrettanto bravo a scrivere. Ho pranzato al bancone del suo Sogno Autarchico tutti i giorni per circa due anni. Ha accettato il mio invito a contribuire a Lieviti Digitali, trovando la sua prima ispirazione in un vicolo di Bologna. (Salvatore Cosenza)

Sono le 11.00 del mattino e in un vicoletto stretto stretto, a pochi metri da piazza Maggiore a Bologna, si accalca un concentrato di umana follia davanti a una serranda abbassata. Il mormorio è unanime e in tutte le lingue del mondo sento: “apre alle undici”. Non faccio domande, mi appoggio al muro, e mi accendo il sigaro mentre le campane della città fanno da colonna sonora nell’attesa dell’evento.

Benvenuti all’Osteria del Sole

Come d’incanto, verso mezzogiorno, si alza la saracinesca e davanti a me si apre un sipario: decine di foto alle pareti, tavolacci in legno e all’interno dove ragazzi e ragazze che imbandiscono il proprio banchetto con lasagne, panini, dolcetti e ogni ben di Dio portati da casa. Un giardino d’inverno che ricorda un “tempo d’altri tempi”. Al bancone un personaggio sorridente che m’incuriosisce. Non vedo l’ora di parlargli. Lui è Nicola e la meraviglia che gestisce si chiama l’Osteria del Sole che nasce a metà dell’800, sebbene queste mura ospitino un’osteria addirittura dal 1465. “Tutto è come allora, tranne i vini” dice Nicola. Nel 1940 fu suo nonno a rilevarla, poi la passó al padre e infine a lui, nel 2008, quando decise di abbandonare la vita da impiegato alla Impregilo dopo ventuno anni, per intraprendere l’avventura del vinattiere.

La formula dell’Osteria del Sole

Ci si avvicina al bancone e si ordina il vino, Nicola serve bottiglia, bicchieri e scontrino, poi ognuno fa come fosse a casa propria, con le leccornie comprate durante la passeggiata in città. La mia testa vaga e penso che questa sia avanguardia pura. Un’umanità che si mescola, fatta di giovani studenti, turisti con lo zainetto, vecchi intellettuali bolognesi e tutto un mondo variegato di sensibilità e culture diverse si incontrano davanti a cibo e vino, dove “strutture e sovrastrutture” vanno a farsi fottere. Ordino il mio bicchiere e osservo.

Osteria del Sole

Vicolo Ranocchi, 1/d – Bologna BO
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